Gin tonic con uva fragola

“Lasciar andare

significa

rendersi conto che

alcune persone

fanno parte della tua storia,

ma non fanno parte

del tuo destino”

Steve Maraboli

Ed è così che inizia il mio autunno, con una promessa di “lasciar andare” PERSONE, PENSIERI E SITUAZIONI CHE NON fanno più parte di me e con tenacia affrontare nuove sfide e nuove avventure carica e positiva, dedicando il mio tempo solo a persone e attività che realmente mi toccano il cuore.

Come sapete l’autunno è la mia stagione preferita ed è sempre il mio punto di ripartenza ma l’anno scorso è stato difficile e duro per via del morso della zecca e relativa malattia.

Quindi quest’autunno recupero e voglio farlo in modo equilibrato.

E mi concedo un aperitivo davvero speciale: gin tonic impreziosito e colorato con l’uva fragola che tanto amo.

Il risultato è un cocktail veramente interessante e allegro, quello che ci vuole per ripartire alla grande!!!

INGREDIENTI

8 centilitri di gin

20 centilitri di acqua tonica

100 grammi di uva fragola

Scorza di lime o limoni verdello e qualche goccia di succo

Ghiaccio in abbondanza

Innanzitutto bisogna ottenere il succo dall’uva fragola.

Se avete l’estrattore sarà facile se invece non l’avete potete usare un pestello aggiungendovi qualche goccia di limone per preservare il bel colore acceso.

Ottenuto il succo ponetelo in frigorifero.

Una volta ben freddo potete preparare il vostro cocktail.

Versate il ghiaccio nel bicchiere, poi il gin, a seguire la tonica e per ultimo il succo d’uva.

Mescolate bene e servite con qualche scorza di lime o limone.

Gelato di ricotta vegetale e fichi caramellati

Ci sono profumi che risiedono nella nostra anima. Se ne stanno accovacciati come un gatto accanto al camino e quando meno ce lo aspettiamo ci avvolgono fluidi e delicati, accarezzando le nostre emozioni e riportandoci a momenti passati o emozioni vissute.

Uno dei profumi che in questo periodo mi incanta e mi trasporta lontano è la fragranza della pianta di fico.

Passeggiando o correndo spesso mi imbatto in questo profumo intenso e dolcissimo e vengo immediatamente trasportata in Sardegna, nel piccolo e ormai abbandonato villaggio dove è nata mia madre, dove le case non hanno più i tetti, le porte non esistono più e la vegetazione ha invaso quelle che erano le cucine e le camere.

E rivivo il momento in cui l’ho visitato e visto per la prima volta a quindici anni.

Arriviamo a metà mattina, probabilmente era luglio o agosto; caldo e sole cocente, secco e polveroso, come un film western.

La strada non è asfaltata, si intravedono delle vecchie abitazioni ma ciò che domina il paesaggio è la miniera. All’inizio mi ricorda le limonaie del Garda, con le colonne che spuntano da terra.

E’ una presenza silenziosa e inquietante, resa sterile dagli anni e dall’abbandono.

Mio nonno lavorava qui e cerco segni come se dovessi vederlo.

Ci incamminiamo a piedi, con mia madre come guida che ricorda e racconta e, a mano a mano che avanziamo, sembra vedere ancora ciò che ora non c’è più.

Raggiungiamo le case, ecco qui viveva mia madre, o forse più in là, ormai ci sono solo mura e la vegetazione si è ripresa il suo posto.

La presenza delle piante di fico ci indica forse dove erano gli orti ma ormai sono inselvatichite e selvagge.

Qui e lì segnali della miniera, cumuli di detriti e cocci di ceramica ma in sottofondo sempre lui, persistente e tenace: il profumo dei fichi.

Un piccolo rigagnolo d’acqua scorre fuori dagli usci ed è bianco come il latte a causa degli scarti minerari. Il caldo è insopportabile, non si respira, ma questo posto ci sta parlando e fatichiamo ad andarcene.

Cerchiamo riparo, un poco di ombra data da un vecchio muro di una casa e toccando i suoi mattoni mi chiedo se mia madre abbia mai messo la mano in quel punto, se anche lei, anni fa, sia passata di lì e cosa provasse, come vivesse.

Camminando lentamente accanto a questi muri mi sono chiesta come fosse la vita allora, cercando di immaginarla il più possibile grazie ai racconti di mia madre: la vita in famiglia, la miniera costruita dagli stranieri, la nonna che faceva economia e nel racconto tornano loro, i fichi, che sono stati il frutto della sua infanzia e questo aroma si insinua dentro me, mi attanaglia, mi invade così nel profondo che ora ogni volta che lo percepisco la mia mente vola lì, in quel piccolo ammasso di case ora diroccate che una volta mia madre chiamava CASA.

Ed eccovi qui la ricetta del gelato senza latticini e senza glutine realizzato con ricotta vegetale e fichi caramellati, veramente buono, cremoso e il sapore dei fichi rende moltissimo!

INGREDIENTI

400 grammi di latte vegetale non zuccherato*

150 grammi di tuorli

100 grammi di zucchero

70 grammi di miele di acacia

1 grammo di farina di SEMI di carrube*

½ bacca di vaniglia

0,5 grammi di agar agar*

2 etti di ricotta di mandorle*

FICHI CARAMELLATI

500 grammi di fichi (per me verdi)

200 grammi di zucchero

1 limone piccolo per il succo e la scorza

1 tazzina da caffè di vodka (io ho usato la mia aromatizzata alla vaniglia)

*ingredienti a rischio contaminazione per celiaci

Iniziate preparando il gelato e ponete in un pentolino il latte vegetale con i semi e la mezza bacca di vaniglia a bollire.

In un’altra casseruola mettete i tuorli con lo zucchero, la farina di semi di carrube e l’agar agar e mescolate bene a fuoco spento.

Appena il latte bolle filtratelo e versatelo sulle uova mescolando in continuazione.

Accendete il fuoco medio e fate cuocere fino a che non raggiungete gli 82 gradi o finché il cucchiaio non vela.

Spegnete e versate subito in una ciotola messa in precedenza in freezer, dovete abbassare velocemente la temperatura per evitare che le uova continuino a cuocere e che la crema sappia troppo di uovo.

Una volta raffreddato completamente aggiungete la ricotta fatta in precedenza e mescolate con cura, anche con minipimer.

Riponete in freezer e ogni mezz’ora mescolate con cura.

Se avete una gelatiera una volta ben freddo potete procedere con la mantecazione, se non l’avete come me, potete riporre il gelato in un tritatutto e congelate. Ogni 30 /40 minuti tritate con cura per rompere i cristalli di ghiaccio fino a che non otterrete la consistenza desiderata.

Nel frattempo preparate i fichi caramellati.

Tagliateli in due e poneteli in una casseruola molto ampia in modo che tutti tocchino la pentola.

Distribuite sopra lo zucchero e la vodka, il succo e la scorza di limone molto fine. Accendete la fiamma e fate caramellare a fuoco medio per circa mezz’ora o finché i fichi non risulteranno morbidi e il caramello abbastanza sodo.

Riporre il tutto in frigorifero.

Una volta che il gelato è formato e i fichi sono freddi potete aggiungere metà del composto di fichi al gelato e tritare un’ultima volta per amalgamare un poco le due componenti.

Versate il tutto in una terrina o uno stampo da plumcake e guarnite con il resto dei fichi sia sul fondo sia sulla superficie.

Lasciate in freezer e gustate ben freddo.

Crema di menta con fiori di zucchina caramellati

Le passeggiate estive sono caratterizzate soprattutto dai suoni: il frinire chiassoso delle cicale, il fischiare nitido e nervoso dei merli ed in sottofondo il brusio cupo del fiume.

I colori estivi in campagna invece non sono eccentrici e non spiccano particolarmente nel paesaggio: l’erba è verde spento ed in alcuni punti gialla sbiadita, i campi sono stati appena mietuti dal grano e rimane solo il marrone del terreno. Qui e là qualche fiorellino dai colori tenui, ciuffi di saponaria e chiazze di silene. L’unico fiore dal colore un po’ vivace è la malva che cresce ai bordi del fiume. Il campo di lavanda è appena stato piantato e quindi non posso ancora godere dello spettacolo lilla!

Passo accanto alla coltivazione del contadino e i colori prendono il sopravvento. Le schiere di pomodori sono di tutte le varietà di rosso ed arancione mentre le file di insalata sono verde acceso, rosso e verde scuro. Un colore prevarica tutti in questo panorama: il fiore della zucchina è arancione intenso in mezzo a tutto il verde ed è un calice dove le api si tuffano frenetiche.

I fiori delle zucchine sono buonissimi da mangiare anche se sono molto fragili e deperibili.

Molti li friggono ma, a parte non amare i fritti, non prendo nemmeno in considerazione di farlo a luglio!

Oltretutto il fritto copre molto il sapore dei fiori ed è un vero peccato.

Ho pensato quindi di provare a farci un dolce ovviamene senza glutine e senza latticini! D’altronde ho usato le zucchine per fare la torta al cioccolato ed era buonissima e perché non usare i fiori??

Volevo preservare il loro bellissimo colore e volevo che il sapore rimanesse inalterato, anzi quasi esaltato.

Dopo notevoli fallimenti e decine di tentativi sono però riuscita a caramellarli.

I fiori rimangono praticamente intatti, belli croccanti e il sapore è unico.

Ho pensato quindi di abbinarli a una crema fredda alla menta realizzata senza usare lo sciroppo, troppo zuccherato, ma facendo l’infuso con le foglie ed ovviamente è completamente senza lattosio e senza glutine!

Considerate che la mia menta è la varietà “menta glaciale” ed è quindi molto forte e prepotente come sapore.

Se voi utilizzate della menta classica potete usare anche più foglie se desiderate un gusto deciso.

La crema ottenuta è morbida e setosa, molto più cremosa di un budino ma assolutamente non vischiosa.

L’abbinamento fiori di zucchina e menta è un successo.

INGREDIENTI

Per tre coppette piccole

500 grammi latte vegetale (il mio mandorla dolcificato)*

20 grammi di amido di mais*

50 foglie fresche di menta

40 grammi burro di cacao*

20 grammi di zucchero

100 grammi circa di zucchero a velo*

6 fiori di zucchina

mezza tazzina di olio di semi

*ingredienti a rischio contaminazione per celiaci

Innanzitutto dovete fare l’infuso di menta: in un padellino mettete il latte vegetale con le foglie di menta e portate a bollore. Spegnete e lasciate raggiungere la temperatura ambiente.

Successivamente in un’altra pentola mettete l’amido e lo zucchero e stemperate con qualche cucchiaio di latte aromatizzato per evitare la formazione di grumi.

Una volta ottenuto un impasto denso e liscio potete aggiungere tutto il latte e far bollire nuovamente, mescolando in continuazione.

Dal momento del bollore mescolate ancora due minuti a fuoco basso e poi spegnete la fiamma.

Lasciate riposare 5 minuti e poi aggiungete il burro di cacao e amalgamate molto bene.

Versate nei bicchierini o nelle coppette scelte e ricoprire con un leggerissimo strato di zucchero a velo per non far fare la pellicola in superficie.

Riporre in frigorifero.

Nel frattempo preparate i fiori di zucchina caramellati.

Accendete il forno a 180 gradi STATICO.

Ricoprite la leccarda o una teglia di metallo con la carta forno.

Tagliate la base dei fiori e tagliateli in due dal lato della lunghezza in modo da avere due metà fiore da adagiare sulla teglia.

Aiutandovi con un pennello molto morbido intinto nell’olio pulite la parte interna del fiore cercando anche di aprirlo tutto.

Giratelo sulla teglia e potrete aprirlo ancora meglio.

Spennellate con pochissimo olio anche la parte superiore.

Procedete così per tutti i fiori.

Ricopriteli con zucchero a velo fatto scendere a pioggia.

Aspettate 5 minuti e ricopriteli nuovamente con lo zucchero, soprattutto la base che è più coriacea.

Infornare per 4 MINUTI. Controllate poi che i fiori non stiano bruciando e continuate la cottura ancora 1, massimo 2 minuti. I fiori devono sfrigolare ma non essere neri e lo zucchero intorno deve essere sciolto. La cottura è la fase più delicata: se li fate cuocere troppo poco resteranno molli, al contrario se li fate cuocere troppo scuriranno e diventeranno amari.

Sfornare e lasciare raffreddare.

Togliere dalla teglia e CON MOLTA CURA E DELICATEZZA adagiarli su u piatto piano.

Una volta freddi saranno caramellati.

Al momento di servire la crema di menta guarnire con i fiori di zucchina caramellati e a piacere piccole foglie di menta.

Granita alle mandorle senza gelatiera

Il cielo dell’alba

è d’un azzurro soave.

Ascolta! Un nido si sveglia,

un altro: è un pigolare

fitto e diffuso.

Come un’albicocca matura,

il cielo impallidito, s’indora.

Chi canta per primo?

E’ un bel mattino.

L’estate è tornata.

-Lhi Pen-

Purtroppo l’estate è arrivata! Esatto, purtroppo! Perché se mi seguite da un po’ saprete sicuramente il mio odio verso il caldo, l’afa, il sole…

Ma non contenta odio pure l’acqua, il lago e le piscine

Mi sveglio prima dell’alba per correre, ora che ho ripreso, ed è il momento più bello della giornata.

La brezza mattutina è fresca e non afosa e la campagna si sveglia con me.

Al mattino così presto gli uccellini cantano in modo frenetico e il silenzio che avvolge il paese rende tutto più magico.

E poi il momento che aspetto: il sole che nasce all’orizzonte e che colora tutto il cielo ridestando colori, emozioni, pensieri e sensazioni.

Tutti sanno godersi un tramonto estivo, ma veramente pochi conoscono il prodigio dell’alba!

Ma purtroppo il nascere del sole porta con se la calura tipica di questo periodo.

Non è facile combatterla ma io ci provo con gelati e granite e quest’anno vi propongo questa spettacolare granita di mandorla.

Ideale perché è nutriente, fresca, si può fare anche senza gelatiera e non stanca mai. Ovviamente è senza glutine visto che contiene solo mandorle e senza latticini.

La ricetta è dello chef Barbato e quindi è perfetta, semplicemente a me piace non filtrata ma ovviamente se voi volete la classica granite potete filtrare il composto ottenuto!

Se volete dare un’occhiata anche agli altri gelati che ho pubblicato fino ad ora vi lascio qui i link così fate prima.

Gelato alla liquirizia

Gelato alla nocciola

Gelato al cocco

Gelato menta cioccolato

E il classico gelato con base banana congelata qui in versione banana e more oppure questo su stecco ricoperto di cioccolato.

INGREDIENTI PER IL PANETTO DI PASTA DI MANDORLE

300 grammi mandorle

20 mandorle amare

250 grammi di zucchero

Per lo sciroppo

50 grammi di acqua

50 grammi di zucchero

PER LA GRANITA

300 grammi di pasta di mandorle

600 grammi di acqua

1 pizzico di sale

Le mandorle devono essere spelate. Per una maggiore intensità di sapore è meglio che le peliate voi o a freddo, lasciandole a bagna per una notte, o a caldo buttandole 30 secondi nell’acqua bollente. Eliminate la pellicina sia di quelle dolci che di quelle amare.

Preparate in anticipo lo sciroppo di acqua e zucchero. Fateli bollire insieme e portateli a 105 gradi.

Lasciate raffreddare e portate a temperatura ambiente.

Mettete le mandorle in un frullatore o in un tritatutto capiente con lo zucchero quando sono ancora umide.

Tritate fino a quando non diventa una farina abbastanza sottile.

A questo punto, mentre state ancora tritando, aggiungete a filo e poco alla volta lo sciroppo di saccarosio. Non è detto che servirà tutto. A me ne è avanzato un cucchiaio abbondante.

Dipende da quanta umidità hanno le vostre mandorle.

Per capire se ne avete messo abbastanza basterà vedere che la pasta di mandorle sia LISCIA e omogenea e che non abbia granelli di zucchero.

Deve essere abbastanza MORBIDA.

Fatela raffreddare completamente anche in frigo.

Per la granita prelevate 300 grammi di pasta di mandorle e mettetela in un frullatore insieme all’acqua e al sale. Io ho trovato molto comodo usare un frullatore ad immersione.

All’inizio frullate a velocità molto bassa poi aumentate la potenza finché tutta la pasta di mandorle sarà sciolta.

Ora se volete potete colare il tutto aiutandovi con una pezza da cucina pulita e lavata SENZA ammorbidente. Io ho preferito usare il composto grezzo.

Ponetelo in freezer e ogni mezz’ora rompere i cristalli di ghiaccio. Se avete una gelatiera, una volta ben raffreddato potete usarla.

Se non l’avete come me potete andare avanti a rompere i cristalli che si formano.

Fatela congelate completamente senza problemi. Quando vorrete gustarla tiratela fuori dal congelatore e lasciatela a temperatura ambiente per circa mezz’ora. Nel frattempo ponete la brocca del frullatore o del tritatutto nel congelatore.

Rompete un poco i cristalli, non sarà durissima grazie allo zucchero e allo sciroppo di saccarosio.

Mettete la granita a pezzi grossi nel tritatutto che avevate in freezer e tritate fino a quando

non otterrete la consistenza desiderata.

Disponete nelle coppette e cospargete con mandorle intere o granella di mandorle.

Gustate freddissima!

Note:

  • Se vi piace, nel momento in cui fate lo sciroppo di saccarosio potete aggiungere mezza bacca di vaniglia e toglierla una volta raffreddato.
  • Se non trovate le mandorle amare (io le compro online) potete trovare l’essenza in fialetta. Fate attenzione alla scritta senza glutine e a eventuali allergeni.

Rotolo alle fragole senza glutine e senza latticini

Le fragole fanno parte dei miei ricordi d’infanzia.

Quando passavo le estati lontano da casa, sulle mie amate montagne, andavo per sentieri e boschi insieme al cane pastore della famiglia che mi ospitava.

Trovavo sempre qualcosa da mangiucchiare in qualsiasi stagione: fragole, mirtilli, noci, nocciole o anche funghi che poi la mia seconda mamma cucinava la sera oppure “virzulì” ossia le cime di una piantina (che fa il fiore a palloncino) con i quali vengono delle frittate favolose.

Le fragole erano forse le più “rare” e quindi quelle che cercavo maggiormente!

Le trovavo sul bordo dei rigagnoli, al limitare del bosco o sui sentieri più ampi.

Il gusto delle fragoline è decisamente più intenso e abbastanza diverso dalle fragole coltivate.

Un abbinamento buonissimo era fragole e mirtilli, mangiate a merenda, messi in ammollo in vino rosso e zucchero…che bontà!

E quindi quando arriva il periodo delle fragole per me è una gioia e faccio sempre qualche ricetta per utilizzarle.

Quest’anno mi sono fatta ispirare da un dolce che ho visto su Instagram ed è uscito questo rotolo che mio marito ha definito UN GRANDE BRUCO.

INGREDIENTI TEGLIA 30 x 30

4 albumi temperatura ambiente

60 grammi di zucchero

25 grammi farina di riso *

25 grammi di fecola di patate *

20 grammi olio di mais

20 grammi burro di cacao *

20 grammi di latte vegetale *

PER LA MOUSSE

200 grammi di fragole

60 grammi di zucchero

2 fogli di colla di pesce *

1 cucchiaino di succo di limone

200 grammi di crema di cocco ben fredda (o di panna di cocco se la trovate in commercio) *

1 grammo di xantano *

*ingredienti a rischio contaminazione per celiaci

Accendete il forno a 170 gradi, ungete la carta forno e rivestite lo stampo.

Preparate la mousse di fragole: frullate le fragole con lo zucchero e mettete la colla di pesce in ammollo in acqua fredda per 10 minuti. Ponete la purea di fragole in un padellino a scaldare e fatela bollire per 3 minuti insieme a un cucchiaino di succo di limone. Togliete dal fuoco e aggiungete la colla di pesce ben strizzata mescolando con cura. Fate raffreddare quasi completamente e tenetene da parte 3 cucchiaini per la guarnizione.

Intanto montate la crema di cocco con lo xantano (se avete trovato la panna di cocco sarà già dentro e non servirà).

Una volta montata tenetene da parte due cucchiai per la guarnizione e aggiungete al resto la purea di fragole ormai fredda mescolando dal basso verso l’alto.

Ora preparate il rotolo.

Montate gli albumi con una frusta e a poco a poco aggiungete lo zucchero finché non avrete una meringa ferma ma non troppo soda altrimenti sarà difficile lavorarla.

Sciogliete il burro di cacao con l’olio e aggiungete il latte vegetale.

Aggiungete agli albumi montati la farina di riso e la fecola setacciate e quando sarà amalgamata unite anche gli ingredienti liquidi cercando di non smontarla.

Versate nello stampo rivestito livellando bene e infornate per circa 13 minuti.

Quando sarà cotto sfornatelo e lasciate leggermente intiepidire, togliendolo dalla teglia. Copritelo con pellicola trasparente.

Ora spalmate uno strato sottile di mousse di fragole sul lato più dorato del rotolo. Arrotolatelo dal lato lungo cercando di stringere bene e di arrotolarlo il più possibile.

Chiudetelo con la pellicola da cucina in modo molto stretto sigillando a caramella i bordi e riponete in frigorifero per almeno un’ora.

Tagliate poi le due estremità per livellarlo e fate delle belle fette che possano stare in piedi da sole. Guarnite a piacere con la crema di cocco e la purea di fragole.