Ci sono profumi che risiedono nella nostra anima. Se ne stanno accovacciati come un gatto accanto al camino e quando meno ce lo aspettiamo ci avvolgono fluidi e delicati, accarezzando le nostre emozioni e riportandoci a momenti passati o emozioni vissute.
Uno dei profumi che in questo periodo mi incanta e mi trasporta lontano è la fragranza della pianta di fico.
Passeggiando o correndo spesso mi imbatto in questo profumo intenso e dolcissimo e vengo immediatamente trasportata in Sardegna, nel piccolo e ormai abbandonato villaggio dove è nata mia madre, dove le case non hanno più i tetti, le porte non esistono più e la vegetazione ha invaso quelle che erano le cucine e le camere.
E rivivo il momento in cui l’ho visitato e visto per la prima volta a quindici anni.
Arriviamo a metà mattina, probabilmente era luglio o agosto; caldo e sole cocente, secco e polveroso, come un film western.
La strada non è asfaltata, si intravedono delle vecchie abitazioni ma ciò che domina il paesaggio è la miniera. All’inizio mi ricorda le limonaie del Garda, con le colonne che spuntano da terra.
E’ una presenza silenziosa e inquietante, resa sterile dagli anni e dall’abbandono.
Mio nonno lavorava qui e cerco segni come se dovessi vederlo.
Ci incamminiamo a piedi, con mia madre come guida che ricorda e racconta e, a mano a mano che avanziamo, sembra vedere ancora ciò che ora non c’è più.
Raggiungiamo le case, ecco qui viveva mia madre, o forse più in là, ormai ci sono solo mura e la vegetazione si è ripresa il suo posto.
La presenza delle piante di fico ci indica forse dove erano gli orti ma ormai sono inselvatichite e selvagge.
Qui e lì segnali della miniera, cumuli di detriti e cocci di ceramica ma in sottofondo sempre lui, persistente e tenace: il profumo dei fichi.
Un piccolo rigagnolo d’acqua scorre fuori dagli usci ed è bianco come il latte a causa degli scarti minerari. Il caldo è insopportabile, non si respira, ma questo posto ci sta parlando e fatichiamo ad andarcene.
Cerchiamo riparo, un poco di ombra data da un vecchio muro di una casa e toccando i suoi mattoni mi chiedo se mia madre abbia mai messo la mano in quel punto, se anche lei, anni fa, sia passata di lì e cosa provasse, come vivesse.
Camminando lentamente accanto a questi muri mi sono chiesta come fosse la vita allora, cercando di immaginarla il più possibile grazie ai racconti di mia madre: la vita in famiglia, la miniera costruita dagli stranieri, la nonna che faceva economia e nel racconto tornano loro, i fichi, che sono stati il frutto della sua infanzia e questo aroma si insinua dentro me, mi attanaglia, mi invade così nel profondo che ora ogni volta che lo percepisco la mia mente vola lì, in quel piccolo ammasso di case ora diroccate che una volta mia madre chiamava CASA.
Ed eccovi qui la ricetta del gelato senza latticini e senza glutine realizzato con ricotta vegetale e fichi caramellati, veramente buono, cremoso e il sapore dei fichi rende moltissimo!

INGREDIENTI
400 grammi di latte vegetale non zuccherato*
150 grammi di tuorli
100 grammi di zucchero
70 grammi di miele di acacia
1 grammo di farina di SEMI di carrube*
½ bacca di vaniglia
0,5 grammi di agar agar*
2 etti di ricotta di mandorle*
FICHI CARAMELLATI
500 grammi di fichi (per me verdi)
200 grammi di zucchero
1 limone piccolo per il succo e la scorza
1 tazzina da caffè di vodka (io ho usato la mia aromatizzata alla vaniglia)
*ingredienti a rischio contaminazione per celiaci

Iniziate preparando il gelato e ponete in un pentolino il latte vegetale con i semi e la mezza bacca di vaniglia a bollire.
In un’altra casseruola mettete i tuorli con lo zucchero, la farina di semi di carrube e l’agar agar e mescolate bene a fuoco spento.
Appena il latte bolle filtratelo e versatelo sulle uova mescolando in continuazione.
Accendete il fuoco medio e fate cuocere fino a che non raggiungete gli 82 gradi o finché il cucchiaio non vela.
Spegnete e versate subito in una ciotola messa in precedenza in freezer, dovete abbassare velocemente la temperatura per evitare che le uova continuino a cuocere e che la crema sappia troppo di uovo.
Una volta raffreddato completamente aggiungete la ricotta fatta in precedenza e mescolate con cura, anche con minipimer.
Riponete in freezer e ogni mezz’ora mescolate con cura.
Se avete una gelatiera una volta ben freddo potete procedere con la mantecazione, se non l’avete come me, potete riporre il gelato in un tritatutto e congelate. Ogni 30 /40 minuti tritate con cura per rompere i cristalli di ghiaccio fino a che non otterrete la consistenza desiderata.
Nel frattempo preparate i fichi caramellati.
Tagliateli in due e poneteli in una casseruola molto ampia in modo che tutti tocchino la pentola.
Distribuite sopra lo zucchero e la vodka, il succo e la scorza di limone molto fine. Accendete la fiamma e fate caramellare a fuoco medio per circa mezz’ora o finché i fichi non risulteranno morbidi e il caramello abbastanza sodo.
Riporre il tutto in frigorifero.
Una volta che il gelato è formato e i fichi sono freddi potete aggiungere metà del composto di fichi al gelato e tritare un’ultima volta per amalgamare un poco le due componenti.
Versate il tutto in una terrina o uno stampo da plumcake e guarnite con il resto dei fichi sia sul fondo sia sulla superficie.
Lasciate in freezer e gustate ben freddo.
