La zia di mio marito ci ha regalato della bellissima uva nera. Appena ho visto quei grappoli così fitti e golosi venire appoggiati nel cestino sapevo già che ne avrei fatto un dolce.
Era da più di un mese che desideravo provare a fare una focaccia dolce e quell’uva mi chiamava e mi diceva: sono il frutto per te.
Oltretutto e’ l’uva “del nonno”: cioè il nonno di mio marito che purtroppo è mancato qualche mese fa. Per fortuna le mie bimbe sono riuscite a conoscerlo. La grande penso che ne avrà anche il ricordo. Purtroppo i miei nonni sono morti tutti che ero piccola: ne ho solo qualche immagine sporadica nella memoria….
Il Nonno, così lo chiamavamo tutti, aveva 99 anni, un uomo d’altri tempi, silenzioso, un poco cupo, un uomo che aveva visto la guerra, la miseria e poi un progresso smisurato. Mi chiedo sempre come persone come lui possano portarsi dietro un bagaglio così vario e pesante. Quella generazione, più di altre, ha vissuto veramente un cambiamento d’epoca non indifferente, e loro proseguono la loro vita che era iniziata magari nei campi, con un padre padrone e una madre che cucinava e si occupava della casa. Senza televisore, senza nessun tipo di tecnologia: solo loro e la famiglia, e la natura. Poi la miseria, la guerra, il distacco, la paura, il ritorno e il cambiamento vertiginoso.
Chissà cosa pensano in cuor loro di questi nipoti, che non vivono SENZA. Senza tutto ciò che loro non avevano, e che non si sarebbero nemmeno immaginati di avere. Ed invece ora basta un nulla per innescare una crisi: un no di “troppo” da parte dei genitori, un gioco non comprato, un cartone non guardato, un motorino negato. Cosa pensano questi nonni di questi giovani che hanno tutto ma non apprezzano nulla? Troppo saggi per esprimersi, tacciono e lasciano vivere ad ognuno la vita, nel bene e nel male.
E alla fine la focaccia l’ho fatta, con alcuni SENZA. 🙄
L’ho fatta mentre questi pensieri mi sfioravano: mentre il ricordo di questo nonno riaffiorava, mentre nella mente lo salutavo come facevo, con un Buongiorno e un bacio, e usavo la “sua” uva, che aveva piantato e coltivato con tanto amore. E l’Amore è l’unica cosa che rimane.
Per fare la focaccia, ho usato le dosi della pizza senza glutine, con qualche piccolo cambiamento.
INGREDIENTI
600 grammi di uva. Se la vostra è senza semi lasciatela intera. La mia l’ho tagliata a metà e mondata.
160 gr. di farina di riso*
140 gr di farina di riso integrale bio* (se si usano farine integrali è importante che siano biologiche poiché viene utilizzata anche la parte esterna)
70 gr di maizena*
60 gr. fecola di patate*
8/10 gr. Gomma di Guar* (per me bio e senza glutine)
1 bustina di lievito secco di birra senza glutine*
6 gr di sale integrale
5 cucchiai di zucchero di canna
3 cucchiai di miele
5 cucchiai olio EVO
400 gr. Latte di mandorle leggermente tiepido
3 cucchiai di olio per la superficie
Ho messo il lievito a sciogliersi in 20 grammi di latte tiepido.
Nel tritatutto ho messo le farine e la gomma di guar ed ho avviato per mischiarle.
Ho aggiunto il restante latte alle farine nel tritatutto e ho avviato. Mentre andava ho aggiunto anche l’olio.
Infine ho aggiunto il lievito.
L’impasto deve essere abbastanza liquido ma non troppo. Come quello per la pizza che trovate qui.
Ho impastato per cinque minuti ed ho lasciato l’impasto nel tritatutto con il coperchio per circa mezz’ora, per iniziare la lievitazione.
Nel frattempo ho tagliato l’uva e pulita dai semini.
Ho trasferito l’impasto in una teglia rettangolare, spalmandolo con la spatola e ho distribuito uniformemente quasi tutta l’uva.
Ho lasciato riposare in forno con la lucina accesa per due ore circa.
Trascorso il tempo ho acceso il forno a 200 gradi.
Il risultato è stato che la pasta, lievitando, ha inglobato l’uva in un bellissimo effetto.
Dove ho visto che mancava qualche acino ne ho aggiunto di quelli che avevo conservato, in più ho versato sopra anche tutto il liquido che aveva fatto l’uva tagliata e l’olio.
Ho infornato per 15 minuti a 200 gradi e poi abbassando la temperatura a 180 gradi ho lasciato cuocere per altri 15 minuti.
Ogni forno ha i suoi tempi, controllate sempre se vi sembra cotta, ma ricordatevi che è una focaccia e deve risultare morbida.
Dopo aver sfornato ho aspettato che si intiepidisse ed ho cosparso con dello zucchero a velo che si è piacevolmente sciolto. 😉
Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (Fri)Day
La focaccia che prepara anche mia madre!
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Ricetta di mamme!!! Come la tua…. 😉
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Infatti si 😀 veloci veloci e sane, per costringerci a mangiare la frutta! (meno male che mi piace)
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il colore che prende l’uva è strepitoso…buona e…bella sicuro!!!
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Già…come il vino!!! Ma la focaccia non è alcolica 😉
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Stupenda ricetta, sembra un clafoutis!
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Grazie!! Troppo gentile….
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Bellissima ricetta senza glutine, senza lattosio e con solo farine naturali. Ti copio la ricetta! Un bacione! ely
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Che bello che tu sia passata di qui!!! E grazie per i complimenti…:) per la focaccia ne vale la pena, con qualsiasi frutto!!!!
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te la copio è davvero invitante!
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Sono contenta che ti piaccia!!! Fammi sapere…..♡
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sicuramente!!
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Mi strappa un sorrido ampio questa ricetta. Grazie! E un dolce pensiero ai nonni che ci sono e a quelli che non ci sono più.
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Grazie a te!!! Già i nonni….che bellezza!!! ♡
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Pingback: focaccia dolce con uva nera - Gluten Free Travel & Living
Che bel modo per ricordare il “nonno” e questa focaccia, naturalmente senza glutine, è strepitosa!!!
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Grazie!!! Credo che nostri cari lo ricordiamo proprio grazie alle piccole cose che ce li riportano momentaneamente a noi ♡
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L’ha ribloggato su Salus Nova: progetto salute, obiettivo benesseree ha commentato:
La consigliamo e le diamo un bel 10!
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